9 tratti del temperamento: come migliorare la compatibilità tra voi e vostro figlio

9 tratti del temperamento: come migliorare la compatibilità tra voi e vostro figlio

Nel precedente articolo abbiamo parlato in generale del concetto di compatibilità tra genitori e figli in base alle caratteristiche di temperamento. In questo nuovo articolo vi darò alcuni spunti per agire in maniera compatibile al temperamento del vostro bambino, prendendo in esame uno ad uno i nove tratti temperamentali studiati a lungo dagli psicologi Alexander e Chess.

Bambini molto attivi e bambini lenti “a scaldarsi”

I bambini con un alto livello di attività motoria, sin dalla primissima infanzia si muovono molto, si rigirano e non amano essere costretti a stare fermi e calmi, prediligeranno giochi attivi e di movimento al contrario dei loro compagni con basso livello di attività, i quali preferiranno giochi sedentari come il disegno o i puzzle.

Se vostro figlio è molto attivo è consigliabile non costringerlo a lunghi periodi in cui debba stare fermo e calmo, ad esempio non pretendete di andare a fare shopping per più di un’ora in sua compagnia, sarebbe una tortura per entrambi! Se invece è un bambino lento e poco reattivo, non pretendete che diventi veloce e scattante come un soldatino, piuttosto insegnategli con pazienza delle strategie per avvantaggiarsi sui tempi, come preparare le cose per la scuola e gli abiti la sera prima. Su questo aspetto sarebbe molto importante che anche le insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria si impegnassero a migliorare la compatibilità delle richieste con il temperamento dell’alunno, ad esempio concedendo delle brevi pause o uscite in bagno ai bambini molto attivi o un po’ di tempo in più o la possibilità di recuperare ai bambini più lenti, senza umiliarli o farli sentire inadeguati. Crescendo acquisteranno maggiore controllo di sé e dei tempi o troveranno comunque le loro soluzioni per organizzarsi.

Bambini irregolari nei ritmi fisiologici

I bambini regolari tendono ad avere dei ritmi biologici  prevedibili e regolari nel dormire, mangiare e fare i bisogni, gestire la routine con loro può essere più facile che con bambini irregolari, i cui genitori possono trovare più faticoso il compito di educarli a rispettare orari fissi o a controllare i bisogni.

Questo può sconvolgere temporaneamente i ritmi e la routine dei genitori ed essere fonte di stress per loro. Finché il bambino è molto piccolo tuttavia i suoi ritmi vanno assecondati e la mamma in particolare dovrà adeguare il proprio bioritmo a quello del bambino, senza pretendere che sia il neonato ad adeguarsi ai ritmi esterni. La piena collaborazione tra i genitori nel dividersi compiti e nel sostenersi reciprocamente, anche concedendo delle brevi pause l’uno all’altro, sarà preziosa per gestire meglio e sostenere lo stress che può derivare dal ritmo di un bambino poco regolare.  

Tuttavia con il tempo questa caratteristica perderà di importanza sul piano funzionale, perché con l’inserimento a scuola gli orari diventano fissi e il bambino dovrà poco a poco  rispettarli regolarizzandosi.

Bambini timidi, ritrosi e che non amano le novità

Alcuni bambini reagiscono positivamente con un buon umore e curiosità verso i nuovi stimoli, che siano persone sconosciute, nuovi giochi, cibi  o ambienti. Anche questa categoria di bambini rientra tra quelle che rendono le cose più facili ai genitori. Altri bambini, invece, rispondono con reazioni di ritirata e di rifiuto, mostrando di non amare i cambiamenti e le novità. Qui è importante che i genitori aiutino il figlio ad accettare con gradualità le novità, insistendo con calma e pazienza, poco alla volta ed esponendolo per tempi inizialmente brevi e poi via via sempre maggiori.

Ad esempio, se un bambino timido che debba essere inserito a scuola, in un centro estivo, o semplicemente in un gruppo di altri bambini, si rifiuta e vuole tornare a casa, la mamma non dovrebbe rinunciare a farlo socializzare, ma ripetere tante volte il tentativo con persevaranza e vedrà che con i suoi tempi, poco alla volta, il bambino familiarizzerà e si sentirà a suo agio. Non è necessario insistere su tutto, però, bensì solo sulle cose importanti per un buon adattamento sociale, mentre transigere su cose di minor rilievo farà sentire il bambino rispettato ed accettato nel suo modo di essere.

Può essere incoraggiante ricordare al bambino tutte quelle volte in cui in passato aveva inizialmente rifiutato una novità e che poi con il tempo è diventata familiare o addirittura piacevole.

Va inoltre ricordato che non sempre una risposta immediatamente positiva alle novità è un vantaggio, specie se abbinata ad una vivace reattività: in alcuni  casi si potrebbe rischiare di cadere in atteggiamenti impulsivi e poco prudenti, per cui in questi casi è bene educare il bambino alla norma “Mai buttarsi ad occhi chiusi!”

Bambini poco adattabili…o troppo

Il bambino molto adattabile è un piacere per i genitori. Accetta i cambiamenti con disinvoltura, quasi senza protestare, così che si possono modificare orari e abitudini senza creare scompiglio. I tempi di adattamento alle nuove situazioni però possono differire da un bambino ad un altro; per alcuni, ad esempio, l’inserimento a scuola può richiedere tempi brevi, di appena qualche giorno, mentre altri hanno bisogno di tempi più lunghi, anche mesi, prima di potersi sentire a proprio agio di fronte ad un cambiamento.

Con questi bambini i genitori dovranno armarsi di calma e pazienza e insistere poco alla volta ma con fermezza, anche se il bambino mostrerà un tono dell’umore negativo, fino a che non accetti il cambiamento, se si tratta di una questione necessaria e importante, ovviamente.

Con la crescita, infatti, le differenze di adattabilità tra i bambini divengono più importanti e rilevanti e i cambiamenti sono sempre più frequenti: compagni nuovi, ambienti nuovi, nuovi orari, nuovi giochi con nuove regole, persone diverse con diverse personalità. L’adattabilità è una caratteristica auspicabile per affrontare le diverse situazioni della vita e meglio aiutare i bambini a migliorare questo aspetto anche se può essere faticoso.

Va detto pure che non sempre l’adattabilità è una caratteristica positiva, a volte i bambini molto adattabili finiscono per farsi troppo influenzare dalle aspettative e dalle influenze esterne. Sarebbe utile piuttosto far capire al bambino quando l’adeguarsi è un vantaggio e quando invece è meglio tenersi fermi sulle proprie posizioni senza farsi influenzare troppo dai desideri altrui.

Bambini con una bassa soglia sensoriale

Un’altro fattore legato al temperamento è la soglia sensoriale: alcuni bambini possono cadere o battere la testa senza emettere un lamento, adattarsi alle situazioni di confusione o rumore e indossare qualsiasi tipo di abito, altri invece sono disturbati o spaventati facilmente dalle situazioni molto rumorose e stimolanti, hanno una bassa soglia del dolore o non tollerano certi tipi di abiti o tessuti al contatto con la pelle o la sensazione della sabbia sotto i piedi e dell’acqua sulla pelle al mare. Alcune mamme, ad esempio, sono esasperate per le continue lotte coi figli a proposito del vestiario: questi bambini pretendono di mettersi sempre le stesse cose, perché le altre sono o troppo ruvide, o troppo strette..

Potrebbero esserci anche altre cause, ma spesso si tratta di una bassa soglia sensoriale che va rispettata, ad esempio fornendo al bambino indumenti nei quali possa sentirsi bene. E’ bene che il bambino acquisisca consapevolezza di sé, dei propri limiti e di quali condizioni divengono per lui fonte di stress, in modo che possa regolare  e ricercare in maniera sempre più autonoma l’ambiente sensoriale più adatto a sé.

Bambini che reagiscono con intensi capricci ed umore negativo alle frustrazioni

La qualità dell’umore può invece determinare se un bambino tende ad essere allegro e a reagire positivamente, esprimendo con apertura i propri stati emotivi, o al contrario a reagire più frequentemente con apparente indifferenza, o scontentezza, frustrazione o lamentosità.

Anche l’intensità delle reazioni può variare molto: alcuni bambini di fronte a situazioni frustranti protestano poco intensamente e per poco tempo, altri invece fanno intensi capricci e non si consolano facilmente.

Qui è importante non farsi prendere dall’ansia o dai sensi di colpa, se il bambino è solito piangere, protestare animatamente e lamentarsi spesso, perché questo è per un suo tratto di temperamento, piuttosto che dovuto ad una situazione oggettivamente grave. Allora lasciate che si faccia passare la tempesta emotiva senza reagire troppo, né con eccessive premure, se non volete allevare un piccolo tiranno, né con sfuriate, che non sarebbero certo per il bambino un modello di buona regolazione emotiva da seguire.

Aiutate il bambino a prendere consapevolezza della sua reazione di rabbia o di frustrazione, ma senza assecondare le sue proteste. Se la reazione o il capriccio sono troppo intensi, lasciate che si calmi e riprenda il controllo di sé, e solo dopo potrete aiutarlo a capire cosa è accaduto e a rendersi conto anche della sua capacità di auto-consolarsi e di ritornare ad una condizione di calma. Così insegnerete a vostro figlio la regolazione emotiva: mantenendo voi stessi la calma e lasciando che trovi il modo per migliorare il suo umore, sottolineando sempre in modo positivo i suoi successi in questo.

Bambini distraibili e poco perseveranti

La distraibilità è un altra di quelle caratteristiche che possono preoccupare i genitori: alcuni neonati quando hanno fame e non arriva il cibo piangono inconsolabili e niente riesce a distrarli nell’attesa, altri invece anche nel mezzo di un capriccio possono facilmente smettere distraendosi con qualcosa che cattura la loro attenzione. In questo caso la distraibilità è una caratteristica vantaggiosa, ma in altri frangenti può preoccupare o esasperare i genitori.

Infatti, durante l’età scolare alcuni bambini iniziano un compito e non si scollano finché non hanno portato tutto a termine, mentre per altri è molto difficile restare concentrati a lungo, divagano e prolungano enormemente il tempo per svolgere le loro attività.

La perseveranza e la durata dell’attenzione sono collegate, la capacità di tentare tante volte ed insistere finché non si raggiunge il risultato voluto è una caratteristica più connaturata ad alcuni bambini e meno ad altri. Così un bambino può stare anche per un’ora o più a svolgere la stessa attività con pervicacia e tutto assorbito, mentre un’altro può disinteressarsi o cedere alla prima frustrazione o al primo stimolo distraente.

Per aiutare un bambino distraibile la prima cosa è non perdere le staffe e non rimproverarlo come se lo facesse di proposito. Piuttosto,  con tutta la calma di cui siete capaci,  dategli dei consigli per imparare a sorvegliarsi ed accorgersi delle proprie distrazioni, ricorrendo anche a delle utili strategie per tenere a mente le cose. Non affrontate mai più di una cosa o di una richiesta alla volta e se un compito è piuttosto complesso e composto da diversi passaggi, aiutate il bambino dividendolo in parti più semplici e affrontando un passo alla volta. Ponete le vostre richieste in modo conciso e chiaro. Assolutamente da evitare le lunghe liste di richieste!

“Ma come? Io riesco a rimanere incollato sul mio lavoro fino a che non ho finito! Perché lui no? Non ha volontà né autodisciplina, nella vita andrà incontro a fallimenti!”. Ecco, se la vostra reazione assomiglia a questa, sappiate che voi stessi andrete incontro a fallimento, agendo spinti dalla pretesa che voglio figlio abbia la stessa perseveranza e capacità di concentrazione che avete voi. Così lo convincerete di non avere forza di volontà per affrontare la vita e rischierete di metterlo voi stessi sulla strada dell’insuccesso o della rinuncia. Concentratevi un po’ di più sui risultati che riesce ad ottenere, invece che sul suo modo di lavorare discontinuo, così potrete incoraggiarlo e renderlo più sicuro di sé, e forse inizierete a notare che talvolta lo stesso bambino che arretrava di fronte alla difficoltà, poi ritorna sul problema o sul compito trovando, a modo suo, una soluzione.

Giorgia Gattari

Sono una psicologa e psicoterapeuta, individuale e di gruppo, ad orientamento Gestalt Analitico. Mi occupo di consulenza, supporto psicologico e psicoterapia sia dell’adulto, che del bambino e dell’adolescente. Conduco gruppi terapeutici e laboratori espressivi e psico-educativi in ambito scolastico ed evolutivo.