Perché le persone incompetenti si credono eccezionali? L’effetto Dunning-Kruger

Perché le persone incompetenti si credono eccezionali? L’effetto Dunning-Kruger

Vi sarà capitato nella vostra vita di imbattervi in persone che si siano rivelate palesemente incompetenti in un campo e allo stesso tempo estremamente arroganti e incapaci di riconoscere i propri limiti ed errori. Spesso si trova anche il caso opposto, persone mediamente molto preparate e competenti che non sembrano rendersi conto delle loro capacità e del loro valore.

Uno studio ha dimostrato che questa non è la condizione di pochi, ma una tendenza generale molto diffusa, almeno nella popolazione statunitense: in poche parole, i peggiori tendono a sopravvalutarsi e a non riconoscere i propri sbagli, mentre i migliori non si rendono spesso conto della differenza tra loro e gli altri.

Insomma, come riportato in un articolo del Journal of personality and social psychology “...meno si è competenti in una certa attività, più si tende a pensare di essere bravi (…) per questo spesso chi non sa nulla di un certo argomento si sente legittimato a parlarne e a non riconoscere l’autorevolezza di chi invece è preparato in materia.”

Si tratta del fenomeno sociale denominato Dunning-Kruger Effect,  una distorsione cognitiva dovuta ad un’incapacità metacognitiva, cioè un errore nella capacità di giudizio su se stessi, motivo per il quale persone incompetenti in un campo si autovalutano, erroneamente, specialisti in materia, sopravvalutando le proprie capacità.

Un effetto inverso al Dunning Kruger coinvolge invece proprio le persone che sono mediamente più competenti rispetto agli altri in un certo campo o materia: capita infatti che le persone che più si informano per acquisire competenze entrino ad un certo punto nella cosiddetta ”valle di Socrate”, cioè che si pongano ragionevoli dubbi ed interrogativi, sapendo di non sapere abbastanza. Questa fase sembra essere fisiologica, almeno finchè non si raggiunge un livello veramente molto alto e specializzato di competenza. Inoltre tali persone tendono a sovrastimare la quantità di individui in possesso della loro stessa conoscenza e a non rendersi quindi conto di possedere conoscenze superiori alla media. Tale effetto è detto falso consenso.

David Dunning e Justin Kruger, della Cornell University, sono giunti alla conclusione che: «l’errore di valutazione dell’incompetente deriva da un giudizio errato sul proprio conto, mentre quello di chi è altamente competente deriva da un equivoco sul conto degli altri».

In un articolo del 2008 Dunning indicò come causa principale del fenomeno un effetto che distingue le persone incompetenti da quelle più ferrate: «gli individui meno capaci non ricevono alcun feedback che li convinca della necessità di migliorarsi »(Dunning et al., 2006-2008).

Quindi, se ad esempio siete al ristorante e quello che vi viene servito è oggettivamente di pessima qualità, la pizza bruciacchiata o se il vostro parrucchiere ha sbagliato il taglio, non esitate a farlo presente in modo assertivo, cioè chiaro ma rispettoso: il vostro feedback sarà prezioso affinchè l’altro possa rendersi conto dei propri errori e trovare la motivazione a migliorarsi!

Gli studi

Dunning e Kruger verificarono il fenomeno ipotizzato con una serie di esperimenti condotti nell’ambito di attività tra loro diverse quali la comprensione nella lettura, la pratica degli scacchi o del tennis.

Gli scienziati ipotizzarono che, per una determinata conoscenza, le persone inesperte:

  • sovrastimerebbero il proprio livello di abilità;
  • non sarebbero consapevoli dell’effettiva capacità degli altri;
  • non sarebbero consapevoli della propria inadeguatezza;
  • riconoscerebbero consapevolmente la propria precedente mancanza di abilità qualora ricevessero un addestramento per quella data attività.

Fu esaminata l’autovalutazione dei soggetti sulle proprie capacità di ragionamento logico, grammaticale e umoristico. Dopo la conoscenza del proprio punteggio nei test, ai soggetti veniva richiesto di dare un’ulteriore valutazione del proprio livello: il gruppo dei competenti lo stimava correttamente, mentre quello dei non competenti continuava a sopravvalutarsi.

Come prova della validità della teoria, Dunning porta un esempio di studio commissionato dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti d’America su un campione di circa 25.000 statunitensi, intervistati sulla loro competenza finanziaria; dalle risposte dei circa ottocento di questi, che si erano imbattuti in fallimenti economici, risultava che essi si ritenevano, all’opposto, più esperti degli altri in campo finanziario.

Consigli della psicologa

Sulla base delle ricerche sopra citate, può esservi utile tenere in mente alcuni consigli :

  1. mettetevi in ascolto attivo e, con atteggiamento umile e costruttivo, ricercate e accogliete le opinioni dell’altro, anche le critiche purchè costruttive, come preziosi spunti per il vostro miglioramento e la vostra crescita personale e professionale.  
  2. alle “aquile che si credono polli” consiglio: iniziate a porre l’attenzione in maniera attiva e selettiva, non solo su ciò in cui potreste migliorare, ma anche sulle cose in cui state già facendo la differenza senza  accorgervene! L’autostima è sempre un ottimo carburante per andare avanti e inoltre anche gli altri potranno beneficiare delle competenze che saprete condividere e mettere al loro servizio.
  3. se vi interessa veramente approfondire le vostre competenze, specie su argomenti complessi, informatevi e mettete in dubbio con atteggiamento socratico le vostre informazioni, senza accontentarvi di una conoscenza superficiale, altrimenti sarebbe meglio che accettaste di fare riferimento a persone veramente esperte.
  4. per mantenere la vostra autostima puo sembrare più facile circondarvi di persone che reputate meno competenti di voi o che vi guardino con ammirazione, tuttavia frequentare persone che reputate più competenti di voi  e da cui imparare può dare slancio alla vostra motivazione per migliorarvi.

 

Tutto questo può avvenire principalmente attraverso il confronto costruttivo con l’altro, proprio perchè, per rubare una battuta dal celebre film Fight club: “la prima regola del Dunning-Kruger club è che non sai di essere nel Dunning-Kruger club!”.