L’aggressivo, il passivo e l’assertivo: e voi che stile avete?

L’aggressivo, il passivo e l’assertivo: e voi che stile avete?

Il tema dell’assertività è oggi di grande attualità, saper sviluppare questa caratteristica sembra infatti vantaggioso e fondamentale in molti contesti della vita relazionale: nell’ambito lavorativo, nella coppia, nelle relazioni amicali, nell’educazione familiare e scolastica, nella prevenzione di fenomeni come il bullismo.

Ma di che si tratta? Che significa essere assertivi?

L’assertività è una competenza che si manifesta prevalentemente nella sfera sociale, essa è “la capacità individuale  di riconoscere le proprie esigenze ed i propri diritti e  di  esprimerli con efficacia nel proprio ambiente, mantenendo nel contempo una positiva relazione con gli altri, oppure come la legittima e onesta espressione dei propri diritti, sentimenti, convincimenti ed interessi, evitando la violazione o la negazione dei diritti degli altri” (Galeazzi, Porzionato, 1998).

Diversi studiosi hanno delineato le principali componenti di questo costrutto, che possono essere in  generale riassunte come segue.

  • assertività positiva:  la capacità di esprimere e ricevere manifestazioni di approvazione, affetto e stima.
  • assertività negativa: l’espressione della propria disapprovazione o delle critiche rivolte agli altri in modo adeguato.
  • difesa dei propri diritti: proteggere i propri personali diritti e rifiutare le richieste inappropriate o irragionevole che ledono la libertà e le preferenze personali;
  • assertività di iniziativa: abilità nel risolvere i problemi e soddisfare personali bisogni, che consiste anche nel saper avanzare richieste, favori…ecc;
  • assertività sociale: la capacità di interagire con gli altri, di stabilire nuove relazioni, ad esempio iniziare, continuare e concludere una conversazione, tanto con amici quanto con persone autorevole o poco conosciute;
  •  direttività: l’attitudine ad assumersi delle responsabilità e di guidare ed influenzare gli altri nelle situazioni problematiche.

Gli stili di comportamento

L’assertività viene descritta da più autori lungo un continuum comportamentale che va dalla “ passività” all’“aggressività”, estremi indicati come negativi e disfunzionali rispetto ad una serie di comportamenti intermedi socialmente funzionali ed efficaci.

Benché nell’uso comune si definiscano le persone come passive , aggressive o assertive, è più corretto parlare di stili di comportamento. Tutti noi tendiamo ad assumere questi diversi stili in situazioni differenti; “non esistono personalità sempre assertive, ma solo comportamenti assertivi, che possono essere manifestati da tutti. Ciononostante, è vero che esistono persone che tendono ad essere aggressive, passive o assertive nella maggior parte delle situazioni” (Giannantonio, Boldorini, 2002).

Lo stile passivo

Quando un individuo tende a subire le situazioni senza reagire, assumendosi la  responsabilità anche di eventi che non lo riguardano in prima persona; quando non afferma le proprie idee, ritenendo che quelle degli altri siano migliori, quando mette da parte i propri bisogni ed esigenze, non riuscendo a fare richieste o a dire di no; quando ha paura di sbagliare e teme il giudizio altrui, sentendosi frustrato e scontento, ma dirigendo la propria rabbia verso di sé, anziché verso la sua fonte, stiamo parlando di tutta una serie di comportamenti riconducibili ad uno stile passivo.

Com’è facile intuire, alla base di questo atteggiamento ci sono una scarsa autostima ed una bassa considerazione di sè. Generalmente le persone passive hanno quattro principali motivazioni, spesso irrazionali ed irrealistiche:

  1. essere accettati da tutti
  2. evitare i conflitti
  3. evitare di fallire o sbagliare
  4. evitare i sensi di colpa

Il comportamento passivo può offrire dei vantaggi, come ad esempio, evitare di assumersi responsabilità, evitare i conflitti, ma solo nel breve termine, guadagnarsi più simpatia e benevolenza. Tuttavia i costi sono spesso maggiori ed anche più concreti dei vantaggi, poiché non si possono evitare i conflitti nel lungo periodo e la frustrazione accumulata nel tempo può esplodere in improvvisi scoppi d’ira; progressivamente si perde fiducia in se stessi e, di certo, non si può piacere a tutti!

Lo stile aggressivo

Una persona è aggressiva quando tende ad affermare se stessa con arroganza e prepotenza, quando pretende che gli altri si adeguino ai suoi voleri e bisogni, senza tenere in considerazione le esigenze ed i sentimenti altrui; inoltre quando non è disposta a cambiare idea su cose o persone, si ritiene superiore e non chiede scusa, non ascolta e interrompe gli altri, li colpevolizza, li critica, svaluta.

Le principali motivazioni sottostanti a tale atteggiamento sono:

  1. ottenere sempre ciò che si desidera;
  2. sfogare la propria rabbia per sentirsi meglio
  3. proteggersi dagli altri, che vengono visti come nemici ed ostili;
  4. gli altri devono adeguarsi alla sua volontà.

Come sottolinea Meazzini (2000), l’aggressivo è cognitivamente miope, cioè, vede solo i risultati a breve termine del suo comportamento: gridando e minacciando riesce ad intimidire gli altri e probabilmente a raggiungere il risultato sperato. Non si accorge che così facendo però crea le premesse per il suo fallimento lavorativo ed esistenziale, nel lungo periodo si crea intorno inimicizia, insopportabilità, boicottaggio, crea rapporti basati sul timore e sull’odio. Inoltre si creano inutili sensi di colpa e la sua perdita di autocontrollo costituisce un modello educativamente perdente.

Lo stile assertivo

La persona assertiva ha una immagine positiva di sé, ma non per questo si ritiene superiore agli altri. é capace di comunicare bisogni, interessi e richieste, così come di mettere dei limiti in maniera chiara, sa interagire positivamente e si assume la responsabilità delle proprie scelte. Non è imbrigliata in sentimenti di inferiorità e nemmeno si compiace narcisisticamente di sé. tiene conto delle proprie esigenze e di quelle altrui e valuta quali siano prioritarie in base alla situazione. gestisce il conflitto e le critiche in modo costruttivo, interessandosi a risolvere le situazioni, più che ad averla vinta sull’altro.

E’ consapevole della propria scala di valori e sa decidere di conseguenza.

I vantaggi di uno stile di comportamento assertivo sono che si costruiscono relazioni salde e che si gode della stima degli altri, si hanno più probabilità di raggiungere i propri obiettivi e si alimenta costantemente la propria autostima.

I costi possono essere legati al rischio che la persona assertiva non venga creduta o che le vengano attribuite delle intenzioni e sentimenti che non le appartengono.

L’assertività è una sapiente miscela di passività e di aggressività: saper valutare e decidere ad esempio quando è il caso di prendere tempo e rimandare un confronto o una richiesta, può essere funzionale, qualora non ci fosse tempo sufficiente o l’altra persona fosse poco disponibile o emotivamente troppo attivata. Non sarebbe saggio dire tutto quello che si pensa in ogni situazione o reagire di fronte alla minaccia di una persona pericolosa e fuori di sè. Allo stesso modo, mettere le cose in chiaro con molta forza può essere assertivo con quelle persone che proprio non sono disposte a capirci o ad ascoltarci o che intendono manipolarci.

Assertivi non si nasce, ma si diventa: questo implica un costante impegno a modificare e calibrare alcune abitudini comunicative, a riconoscere i propri bisogni e le proprie emozioni e a saperle regolare e gestire in maniera proficua;

richiede capacità empatiche e auto controllo. Tutte abilità che possono essere accresciute ed esercitate nella vita quotidiana, ma anche attraverso appositi training condotti dallo psicologo in contesto di gruppo o anche individuale.